Ireland #missyou...

Ciao Irlanda, finalmente dopo undici lunghi anni,torno da te. 
Emozione a livelli epici. 
Paura di qualche imprevisto.  
Chissà come sei cambiata .. Oppure no,però so per certo che sei sempre bella e accogliente come la prima volta che ti ho visitata. 
Dio come mi sei mancata!! 
Non mi sono mai dimenticata di te.
Sei e sarai per sempre la mia patria di adozione.
Pensa,che la professoressa di inglese aveva dovuto insistere per farmi partecipare al gemellaggio con una studentessa di uno sperduto paesino dell'Irlanda del Nord. 
Una cosa che ho capito subito,è che gli irlandesi sono persone gentili e disponibili. 
La famiglia di Susan,che ospitava me e un mio compagno,erano veramente deliziosi. 
Ricordo con piacere una cena con una carbonara improvvisata da noi italiani e il pranzo domenicale che ci aveva cucinato la nostra "mamma irlandese",con un arrosto di manzo così buono e tenero che ne ricordo ancora il sapore e una torta al cioccolato,che si scioglieva in bocca. 
Non ho più mangiato una torta così buona. 
Belfast non mi aveva colpita un gran che,forse per due motivi.
Il primo:La rissa dentro al pub. 
Un ubriaco che chiedeva insistentemente una birra. 
L'ubriaco che tenta di saltare il bancone.
L'ubriaco che si prende una sprangata nella schiena dal gestore.
L'ubriaco che viene arrestato e trascinato via dalla polizia armata fino ai denti,neanche fosse un serial killer. 
Noi che guardavamo allibiti la scena. 
Penso sia stata la prima e l'ultima volta che ho lasciato a metà la mia Guinness. 
Il secondo motivo per cui non ricordo molto dell'Irlanda del Nord è che,eravamo in gita. 
E chi in gita scolastica è interessato ai musei e roba del genere? Nessuno.  
Motivo per cui,ho messo nella lista dei miei futuri viaggi,una seconda visita in quella zona dell'Irlanda. 
Sinceramente anche la prima volta che ho visto Dublino,non è che mi ha suscitato un vero interesse. Tranne la visita al "Guinness Store",ma immagino non vi debba dire il motivo. 
Nel 2003 Dublino è diventata casa mia. Ed è rimasta casa mia per sempre. 
Non sono stati tutti mesi facili e felici,ma serve comunque perseveranza,coraggio e un pizzico di follia,per decidere di partire da sola. 
Sola in una città che ricordavo a malapena,senza conoscere nessuno,senza lavoro. 
Sono atterrata a Dublino senza la mia valigia perché l'aeroporto francese aveva pensato bene di tenersela per sé.(Infatti da lì,mai più fatto uno scalo a Charle De Gaulle) 
Derubata del mio cellulare nel mio secondo giorno. 
Diciamo che il "Benvenuto" non c'è proprio stato. 
Quindi,se all'inizio sei armata da buone intenzioni e alimentata da una sorta di "imbattibilità",ti accorgi quasi subito che le cose non vanno come tu pensavi.  
Però se ti arrendi subito,tornare a casa (quella da cui sei venuto per intenderci)sarà ancora più deprimente. 
E allora cerchi di non scoraggiarti,richiami all'ordine l'ottimismo e fai una preghiera(io l'ho fatta davvero,alla mia bisnonna Maria!) 
E non so per quale miracolo o forse per il destino,la ruota ha iniziato a girare;quindi,mai lasciarsi scoraggiare!!!
Lavorare in un ristorante cinese, sicuramente non era il lavoro della mia vita,ma almeno ne avevo uno,avevo imparato a dire "forchetta" e "coltello" in cinese,avevo degli amici,un tetto sopra la testa. Mi sentivo a casa,ero a casa. 
E quando ho deciso di tornare in Italia,è stato difficile. (Ma questa è un'altra storia...) 
Ne ho sentito la mancanza ogni giorno,ogni singolo giorno. 
Ma adesso torno lì e ho solo tanta voglia di vederla.
Di nutrirmi della sua aria,di ricaricarmi con la sua energia. 
Di viverla. 
Dublino è la mia città. 
Dublino è casa. 





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